IL TRAPIANTO NELLA STORIA
Il trapianto capelli nasce dalla esigenza di ovviare un disagio sociale ; una bella chioma folta è da sempre sinonimo di bellezza e salute e migliora l’autostima.
I capelli non hanno finalità funzionali ma solo importanza sociale, e pensando a questo è nata l’dea di recuperare i capelli in quelle aree dove sono caduti.
La storia del trapianto capelli autologo o autotrapianto di capelli vede la luce nel lontano 1959, quando il Dott. Orentreinch prova a mettere a punto una tecnica specifica per questo tipo di intervento chirurgico.
Dopo quasi 60 anni di questa disciplina i miglioramenti sono stati esponenziali sia in termini di sopportabilità dell’intervento che in termini di esito.
METODOLOGIA DEL TRAPIANTO
La grande rivoluzione si concretizza quasi 20 anni fa quando il Dr.Bernstein e il Dr. Rassman introducono un nuovo concetto che trasforma completamente questo tipo di chirurgia.
Infatti si passa dal trapianto ad isole o zolle (20/30 capelli per ogni prelievo da innestare) al trapianto di capelli per “unità follicolare”. (come ben sappiamo ogni unità follicolare contiene da un minimo di uno ad un massimo di tre bulbi, quattro eccezionalmente).
Lo scopo è avere un aspetto massimamente naturale, avvicinandosi il più possibile al fisiologico.
Anche oggi l’obiettivo è quello, ovvero fare un autotrapianto di capelli con esiti sovrapponibili al fisiologico.
Ci sono state evoluzioni anche in relazione agli strumenti chirurgici ed alla tecnica di prelievo sempre più raffinata e dalla quale dipende anche la dimensione del micro sito ricevente.
E’ di tutta evidenza che piu “scheletrica” sarà l’unità follicolare prelevata tanto più piccolo sarà il sito ricevente.
Questo offre diversi vantaggi, uno in particolare: la possibilità di fare siti molto piccoli , quindi molto vicini gli uni agli altri con il grande vantaggio di una ottima densità di capelli per cm2.
Il grado di foltezza sarà di assoluta eccellenza.
Come la storia dell’umanità insegna tutto continua ad evolversi; da pochi anni è stata introdotta una nuova metodica chirurgica , la FUE, ovvero l’estrazione della singola unità follicolare direttamente dallo scalpo del paziente.
Anche la FUE si è evoluta in micro FUE e FUE DHI.
Si tratta di piccoli accorgimenti, piccole migliorie che tuttavia possono fare differenze importanti. Ad esempio la differenza tra la FUE o microFUE rispetto alla FUE DHI, consiste unicamente nel fatto che quest’ultima può evitare la rasatura dei capelli nell’area da ricostruire. Questo naturalmente può offrire vantaggi importanti in termine di discrezione e di vita sociale nei primi giorni di post operatorio.
INTERVENTO AUTOTRAPIANTO
Il chirurgo si avvale dell’uso del micropunch, un bisturi a lama circolare di diametro inferiore al millimetro se in mano a professionista abile ed esperto (dopo aver rasato i capelli) e con un sistema di compressione ed aspirazione si procede al prelievo della singola unità follicolare.
Il vantaggio rispetto alla FUT consiste in una chirurgia molto più leggera e facile da gestire nel post operatorio. E’ un tipo di metodica che non richiede sutura.
All’inizio si procedeva al prelievo manuale, poi è stato inventato un micropunt motorizzato ma sempre guidato da mano umana e in ultimo un braccio robotico.
Alla fine si è visto che la mano umana come sempre è insostituibile.
Molto probabilmente il miglior prelievo FUE a parità di qualità di chirurgo è il sistema motorizzato a guida umana poichè riduci i tempi e le difficoltà di prelievo ma sempre sotto controllo umano.
La tecnica chirurgica FUE è stata pensata da Woods e Campbell, è una tecnica che come già detto prevede il prelievo diretto delle unità follicolari dalla zona donatrice ed il reimpianto direttamente nelle zone riceventi.
Prima dell’avvento della metodica FUE chi praticava la chirurgia della calvizie si avvaleva della tecnica FUT o Strip che dir si voglia che consisteva e consiste nel prelievo di una losanga di cuoio capelluto contenente le unità follicolari da dissezionare al microscopio.
Ciò che residuava era un esito cicatriziale lineare in area occipito-nucale.
Psicologicamente alcuni pazienti non accettavano un esito cicatriziale importante, soprattutto se il risultato non era alla altezza delle proprie aspettative.
Un numero sempre più importante di pazienti non accettava di buon grado la cicatrice in area di prelievo anche se oggi l’esito cicatriziale di una FUT è solo un graffio alto un millimetro e completamente invisibile anche su capelli corti.
Comunque ed in relazione a questo disagio, nel 1990 Rassman iniziò ad approfondire l’opportunità di procedere mediante una tecnica chirurgica che non prevedesse il prelievo di una strip con conseguente sutura, da qui la tecnica FUE.
ESITI DELL’AUTOTRAPIANTO
All’inizio i risultati non furono esaltanti a causa dell’alta percentuale di danneggiamento al momento del prelievo intuitivo a cui la FUE è legata fino a che i chirurghi Richard Shiell e Masubi Inaba misero a punto una procedura di estrazione mediante dei puch che penetrano con precisione ed in profondità il follicolo che viene rimosso con una pinza (tecnica di Inaba).
Finalmente i chirurghi di tutto il mondo potevano disporre di due tecniche chirurgiche che entrambe fornivano risultati accettabili e senza il limite della sutura in area di prelievo.
Naturalmente anche questa nuova tecnica presentava e presenta dei punti sensibili soprattutto nella fase del prelievo; infatti contrariamente alla tecnica strip o fut la fue presenta un prelievo sostanzialmente intuitivo poichè il chirurgo non può vedere sotto l’asse della cute pertanto la percentuale di danneggiamento era ed è legata alla abilità del chirurgo.
Inoltre un altro limite era rappresentato dal capello riccio.
La FUE ha come condizione per un trapianto di successo il capello liscio poichè quello riccio presenta delle curvature evidenti a livello della radice.
Tali curvature rendono inevitabile una percentuale di errore più alta al momento del prelievo. In altre parole un percentuale di capelli inaccettabile a nostro avviso non attecchirà se il capello è riccio.
Contrariamente al capello riccio quello liscio consente prelievi meno difficili e la percentuale di errore non va mai oltre il 10% se parliamo di un chirurgo esperto.
Allo stato dell’arte possiamo affermare che se il chirurgo è abile ed esperto i risultati saranno estremamente soddisfacenti indipendentemente dalla metodica chirurgica utilizzata.
Come già detto nei capitoli precendenti, è molto importante affidarsi a strutture chirurgiche NON COMMERCIALI, che possono vantare all’interno del proprio organico equipe chirurgiche specializzate esclusivamente in questa disciplina.