Informazioni importanti per il trapianto di capelli

Il trapianto di capelli non si può far sempre e comunque. Talvolta si verificano delle condizioni che lo sconsigliano; il chirurgo in questo caso deve essere sempre estremamente chiaro al fine di

proteggere il paziente anche da se stesso.

E’ comprensbile che un parere sfavorevole da parte del chirurgo all’autotrapianto di capelli rappresenta sempre una grande delusione per il paziente.

Ovviamente sono molto più frequenti le circostanze che indicano l’operabilità ma la visita dovrà essere sempre molto obiettiva al fine di non creare facili illusioni.

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Condizioni per poter effettuare un trapianto

Se naturalmente esistono le condizioni di operabilità il trapianto di capelli sarà eseguito con successo e soddisfazione da parte del chirurgo e del paziente, ma come già indicato in precedenza dobbiamo valutare bene tutti gli indicatori al fine di fare la scelta corretta quindi ecco alcuni esempi:

Aspettativa eccessiva da parte del paziente

Si deve prestare molta attenzione ad interpretare bene le attese del paziente che non sempre possono essere soddisfatte.

La chirurgia ha sempre i suoi limiti, quindi l’aspettativa va contestualizzata all’interno di un perimetro realistico ed ottenibile.

Ovviamente il desiderio del paziente va nella direzione di un recupero completo della zona alopecia ma questo non sempre è possibile, pertanto il paziente deve ben capire cosa

realisticamente il trapianto di capelli sarà in grado di offrirgli tenendo conto del quadro clinico di partenza.

Disagio sociale per la perdita dei capelli

Esistono dei pazienti che palesano il disagio sociale e personale creato dalla perdita dei capelli indipendentemente dal fatto che si tratti di una alopecia estesa o iniziale. Con pazienti che hanno un approccio emotivo di questo tipo si deve essere estremamente  chiari e realistici sul tipo di aspettativa, dobbiamo essere sicuri che il paziente l’ha ben compresa e soprattutto che l’ha accettata!

Nel dubbio può essere opportuno o quantomeno preferibile rinunciare al trapianto di capelli.

Insieme a questo il paziente deve essere ben cosciente (soprattutto se si tratta di un paziente giovane) che la sua alopecia, facilmente potrà vivere una evoluzione nel corso degli anni, quindi il trapianto di capelli deve essere “programmato” con la consapevolezza che la zona donatrice non è una miniera infinita di bulbi, quindi potrebbe essere opportuno agire in modo conservativo rinviando l’eventuale autotrapianto di capelli ad un momento successivo, magari tranquillizzando il paziente con la nostra disponibilità ad un monitoraggio costante della sua area alopecica.

Diversamente, preso atto della assenza di una condizione clinica favorevole al trapianto di capelli, sconsigliare il paziente e magari guidarlo verso qualcosa di più opportuno come una terapia medica, la cui finalità conservativa aiuterà il paziente a mantenere in testa i capelli indigeni e a migliorarne la qualità.

Questa definizione è spesso la più “pericolosa ” per il paziente, il quale quasi mai getta subito la spugna e comprensibilmente va a cercarsi altri pareri fino a trovare( e qualche volta capita) il chirurgo disposto ad operarlo.

Nessun chirurgo getta via l’opportunità di un trapianto di capelli quando c’è l’indicazione, quindi fare molta attenzione ai “disinvolti” poiché la delusione può essere dietro l’angolo.

Distretto donatore; quantità e qualità dei capelli presenti:

Talvolta ci sono indicatori che sconsigliano il trapianto di capelli ma fortunatamente sono molto più frequenti i casi in cui il trapianto di capelli può essere eseguito con successo e senza ansie.

Il nostro grande limite oggi è la nostra incapacità di clonare, pertanto è di straordinaria importanza la ricchezza e la qualità del distretto donatore; ricchezza in senso numerico, ovvero valutare quanti capelli o bulbi o unità follicolari ha il paziente nell’area donatrice.

Insieme a questo si deve tenere ben conto della qualità dei capelli in senso generale, se si presentano sani e forti ad esempio o sono sottili e deboli.

in questo ultimo caso l’autotrapianto di capelli deve essere sconsigliato.

In effetti questo parametro riveste una importanza straordinaria poiché frequentemente il paziente tende a trascurare la qualità dei capelli e si concentra sulla quantità.

Una valutazione quantitativa è certamente più facile da fare rispetto ad una valutazione sulla qualità degli stessi capelli.

Il capello prima di cadere viene quasi sempre anticipato da un processo di miniaturizzazione, ossia i capelli nascono più sottili a causa di una fase anagen (fase di intensa crescita) più breve.

Qualora il distretto donatore del paziente si presenta con capelli miniaturizzati, il trapianto dovrà essere assolutamente sconsigliato.

In merito alla quantità invece, davanti ad un distretto donatore povero ed un’area ampia da ricostruire, l’opportunità di un il trapianto di capelli dovrà essere valutato con molta attenzione poiché il risultato sarà certamente parziale.

Valutazione Medica

Il chirurgo ed il paziente insieme devono comprendere bene cosa significa risultato parziale e contestualizzarlo all’interno di un “perimetro misurabile”.

A titolo indicativo, se il recupero contempla orientativamente un 30% certamente il trapianto di capelli dovrà essere sconsigliato e pensare a soluzioni alternative quali la tricopigmentezione semi permanente ad esempio.

Se invece il ristoro dell’area alopecica si aggira intorno al 70% ne vale certamente la pena.

Alopecia androgenetica:

L’alopecia androgenetica normalmente si manifesta intorno ai 20 anni ma talvolta può essere talmente precoce da manifestarsi subito dopo la maturità sessuale. Il paziente inizia ad apprezzare una perdita di qualità,

ovvero i capelli diventano più sottili a causa di un accorciamento delle fasi di crescita e successivamente inizia la caduta. I distretti interessati sono l’area fronto temporale ed il vertice ma può anche riguardare la perdita in tutto il distretto superiore.

Purtroppo l’alopecia androgenetica spessissimo va a colpire il paziente quando si trova in una fascia di età estremamente vulnerabile; tutti abbiamo avuto 20 anni…

Il disagio che si crea può determinare perdita di autostima, tutto il mondo può diventare “più grande”, favorendo disagio sociale generalizzato insieme ad una concreta difficoltà nelle relazioni interpersonali.

Correttamente e comprensibilmente il paziente cerca

nell’autotrapianto di capelli una soluzione definitiva al problema della calvizie, tuttavia la giovane età non è un’alleata ma una vera nemica poichè il processo alopecico è ancora in itinere, quindi potrebbe essere più opportuna una terapia medica la cui finalità conservativa permetterà al paziente di mantenere permolto tempo ancora i capelli autoctoni (quelli non trapiantati) e ragionevolmente attendere qualche anno per una prima stabilizzazione della alopecia. Questo si scontra con la comprensibile impazienza del paziente giovane che ha l’esigenza di essere sempre”presentabile per non dire impeccabile” nella sua vita sociale, quindi il trapianto di capelli non può aspettare.

Le terapia mediche sono poco gradite perchè il paziente ben sa che l’aspettativa può essere solo conservativa .In altre parole le terapie mediche non fanno ricrescere i capelli, pertanto se ne vogliamo aumentare la quantità non ci si può sottrarre alla via chirurgica che come detto può essere in certi casi prematura. Una buona notizia comunque giunge dalla ricerca recente; oggi anzichè sottoporci a terapie mediche generalizzare possiamo sottoporci ad un test del DNA attraverso il quale possiamo mettere a punto terapie mediche mirate e quindi certamente più efficaci.

Altra soluzione assolutamente spendibile per aumentare il grado di foltezza mentre l’alopecia è”prematura” è certamente la tricopigmentazione che se ben eseguita assicura esiti estetici davvero rilevanti in termini di foltezza.

Stato di salute del paziente:

Anche lo stato di salute gioca una partita molto importante sulla opportunità o meno di sottoporsi ad autotrapianto di capelli.

Infatti ci sono patologie che lo sconsigliano; Il paziente diabetico ad esempio avrà seri problemi di cicatrizzazione, oppure la vascolarizzazione modesta che può essere legata a traumi meccanici oppure ad ustioni.

Anche il paziente cardiopatico non è un buon candidato per questo tipo di chirurgia, quindi l’anestesista dovrà valutare con massima attenzione l’indicazione da dare al chirurgo ed al paziente circa l’opportunità di sottoporsi al trapianto di capelli .

Condizioni per effettuare il trapianto

Altra condizione clinica dove l’autotrapianto dovrà essere assolutamene sconsigliato è l’alopecia areata. In questo caso si registra una aggressione da parte del sistema immunitario del

paziente ai follicoli piliferi trapiantati e non, determinando la caduta dei capelli. Questo rende il paziente inoperabile.

Sono soltanto degli esempi che comunque indicano l’impossibilità di operare. Il trapianto di capelli è un intervento chirurgico vero e proprio,quindi certe patologie devono essere affrontate e considerate allo scopo di condurre il paziente verso la scelta più opportuna che come abbiamo appena visto può anche essere l’impossibilità di sottoporsi ad autotrapianto di capelli.

Età del paziente:

L’autotrapianto di capelli in linea generale può essere eseguito a qualsiasi età ma talvolta dobbiamo confrontarci con quadri clinici che lo sconsigliano